La Linea del 20: come funziona.

Ecco Leone, quasi 5 anni (manca poco, a Novembre).
Il libro è la Linea del 20 di Camillo Bortolato dell’ Edizioni Centro Studi Erickson
Mentre il fratello più grande faceva altri esercizi, abbiamo guardato insieme alcune pagine.
L’esercizio invitava a indicare la quantità senza contarla e scriverla.
Come si può vedere dal video, la comprensione e la decifrazione è stata automatica.
Dopo averlo osservato intensamente in piena Kulike (termine hawaiano per indicare quello stato in cui ti fondi con un’altra cosa o persona, unendoti dall’interno, sperimentandone le sue sensazioni…insomma il mettersi nei panni di un altro), ho pensato al dado.
Questo tipo di esercizi/approccio così impostato ha una forte presa mnemonica ed interiore perché usa uno schema simbolico forte e preciso: l’intelligenza del dado.
Come si può vedere dalla pagina inquadrata nel video, i puntini sono disposti in ordine: una manifestazione tipica nel nostro mondo la quale crea una risposta evocativa che attiva la nostra memoria.
La memoria è il legame che, dal segno, conduce al simbolo e gli dà vita e significato.
Ritorniamo ora al dato e pensiamo alle sua facce:
se al posto di questo
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trovassimo questo immagine/facciata, saremmo così rapidi nell’individuare immediatamente la quantità?
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L’efficacia del dado è proprio collegata con questo suo ordine, talmente radicato nel nostro archivio mentale da poter evocare la quantità senza bisogno di contare i puntini.
Il riconoscimento è immediato perché il segno diviene simbolo, un codice per richiamare lo schema mentale di cui la memoria è il collegamento insostituibile e indispensabile.
Ne “La Linea del 20” si può notare lo stesso schema.
In quei momenti, il bambino/la bambina non sta semplicemente svolgendo un esercizio prodromico di matematica, sta ancorando sistemi di memoria e di decodifica simbolica di grande importanza.
L’’intelligenza del Dado e l’efficacia di simili esercizi e approcci risiede nella capacità di rappresentare e conoscere un frammento di verità – senza analisi e deduzione, bensì – tramite la scintilla del punto di corrispondenza tra sponde di uno stesso fiume, il simbolo e l’eco che esso desta nella memoria.
Risorse:
La Linea del 20, Camillo Bortolato
Summa Symbolica, Gianfranco Carpeoro

Repost: La didattica che rafforza la Memoria

Il mio nuovo articolo sulle attività di rafforzamento della memoria, fondato su alcune riflessioni scaturite dalla lettura di alcuni testi di Giordano Bruno.

Ora, parlare di Giordano Bruno…è tanta roba!

Mi sento infima al cospetto suo e al suo Sapere.

Quello che ne è scaturito è figlio di sensazioni di pancia che hanno veicolato questo ragionamento.

 

Quando parliamo di istruzione ed educazione dobbiamo tenere in considerazione che non si tratta superficialmente di preparare l’interrogazione, prendere dei bei voti, essere tra i primi di una classe, portarsi a casa un titolo di studio.

Questi obiettivi sono un misero pezzo di buccia, appartenente ad un frutto più succoso ed ispiratore.

E’ doverosa un’inversione di prospettiva nell’attuale sistema di istruzione ed educativo, affinché esso consenta nuovamente di permettere l’elevazione personale dell’individuo con i suoi specifici talenti e doni.

Altra pausa necessaria: parlare di talenti e doni ha come ultima declinazione il lavoro (ciò che si fa/farà). La sua prima e fondante base è trovare la propria strada, in altre parole l’Essere.

Torniamo, quindi, all’approccio didattico-educativo e al suo ruolo fondante in tutto questo percorso.

Di recente, ho iniziato a studiare Giordano Bruno (anche se parlare di lui, significa tirare in ballo la legge dell’Ottava, Pitagora, ecc.).

Parafrasandolo, Lui spiega con una fluidità di grande impatto che, mentre noi osserviamo una forma (per esempio, un fiore), la luce (teoria delle vista) trasporta questa forma nella cella dell’immaginazione, la quale ha il compito di elaborarla secondo la più libera fantasia.

Questo passaggio è bene che sia votato ad un processo di estremizzazione, sia in termini di Bello che di Mostruosità, questo perché, nell’operazione successiva, la Ragione procede ad esaminare ogni elaborazione immaginale, per poi scegliere tra esse solo quelle che più la colpiscono.

Il testo integrale si trova sul sito di Custodi del Femminino, qui

Storie e Viaggi per 20 regioni

La terza classe (primaria) si sta affacciando.

I ritmi e le dinamiche dell’homeschooling sono 

diversi, peculiari, unici, personali.

Per questo motivo, per noi, niente “compiti delle vacanze”.

Si continua col programma.

Geografia.

Oltre allo studio sugli ecosistemi,

inauguriamo l’approfondimento sulle nostre regioni d’Italia.

Accompagnati dal testo “Storie per 20 regioni

ed. Erickson 

iniziamo uno studio (fisicamente e dal vivo)

del nostro territorio.

Ovviamente, partiamo con il Piemonte

e, ancora più nel dettaglio, col paese in cui viviamo.

Ne conosciamo le strade, i sentieri, la natura

le realtà architettoniche 

(quest’ultimo aspetto, però, lo accenno senza soffermarmi troppo 

perché sono in corso molti approfondimenti di più ampio respiro,

 di cui parlerò a tempo debito)

PRATO NEVOSO – FRABOSA

Altra prospettiva piemontese,

quella montanara.

Poiché siamo letteralmente abbracciati dalle Alpi Marittime,

nasciamo con un’immagine interiore di ricerca di cime ed altitudini.

Prato Nevoso è una realtà prettamente turistica che 

offre spunti ed attrazioni per ogni esigenza (famiglie, giovani, coppie, anziani)

Pista per skateboard offerta gratuitamente in vetta.

A fianco, un rifugio con area bimbi, sdraio, ombrelloni.

Non mi fermo ad elencare la lunga offerta della conca

(anche qui, per ogni gusto ed età),

dal piccolo parto avventura (minimo 120 cm),

ai campi da calcio e tennis, 

dalla possibilità di fare escursioni a cavallo,

al minigolf, 

dai centri di ristoro e relax al campo da golf

(a breve, inizieranno poi ulteriori attività aperte al pubblico

come pilates, yoga, etc.)

Per chi ama il lato più  solitario ed introspettivo della montagna,

non mancano i sentieri (più o meno tracciati).

Alcuni sono raggiungibili con la seggiovia,

altri più isolati e “selvaggi”

in cui , tra l’altro, raccogliere pinoli (a breve),

 fragoline di bosco, mirtilli selvatici (a breve)

Vista da Malanotte

 Una visita nettamente sportiva e attiva,

in particolare per i nostri bambini

grazie anche alla piscina coperta con vista panoramica 

(bellissima in inverno con sfondo innevato)

La prima puntata si conclude qui.

Non è che l’inizio.

Ah, sono anche in attesa di ricevere la cartina dell’Italia

per creare un cartellone sul quale segnale e appendere le foto 

dei vari posti già visitati o che visiteremo.

Se vi è più comodo,

 possiamo rimanere in contatto anche 

tramite Instagram 

(account: @marikajolie_montessori)

Composizione orale: sviluppare il talento dall’infanzia

Capita che si giunga agli studi superiori senza aver fatto esperienza e interiorizzato un metodo per creare composizioni, recensioni e tesine orali o scritte.

Ci si esprime in modo goffo ed incerto, pensando a quali criteri soddisfare per sfangarla in qualche modo, senza provare passione, interesse e attenzione alla sostanza del proprio comporre.

Sviluppare e mantenere questa passione sin da bambini/e è un dono, anzi un talento (in certi casi, acquisito) utile per tutta la vita (parola di chi ha dovuto sudare per apprendere un metodo in “tarda” età).

Ho invitato, quindi, i bimbi a scegliere un libro che piacesse loro (e anch’io ho fatto lo stesso).

Ho iniziato io per rompere il ghiaccio, seguita da L. (4 anni e mezzo) che ha fatto la recensione del libro di Inside Out – Ed. Giunti. Sono rimasta piacevolmente stupita dalla sua scioltezza (supportata, sicuramente, da un’indole intrinsecamente chiacchierina).

Nel frattempo G.M. (quasi 8 anni) si contorceva sostenendo di aver paura, una paura indefinita, interiore, atavica di esporsi. E’ da tempo che stiamo “lavorando” su questo aspetto legato alla sicurezza di sé. Il suo corpo spesso flesso manda un messaggio traducibile con un “sento che tutto è più grande, più forte e più pesante di me”. Negli ultimi tempi ha fatto grandi passi evolutivi nella propria sicurezza ed autostima, grazie alla spinta naturale ed esperienziale di crescita (e, perché no, grazie anche ad esercizi di PNL e qualche spruzzata di oli essenziali e Fiori di Bach).

Ha iniziato la sua composizione orale un po’ titubante e, nel giro di pochi secondi, si è sciolto.

Alla fine ha sintetizzato l’esperienza dicendo: “Non sapevo che fosse così facile”!

 

Perché un registratore?

L’idea del registratore me l’ha data Lorenzoni   quando parla delle lezioni e condivisioni fatte nella classe di Giove. Ho pensato che fosse un tesoro prezioso per le nostri “lezioni” (in senso montessoriano) filosofiche e non solo. Nel caso delle recensioni, oltre ad essere uno splendido ricordo che riemergerà fra un po’ di anni, è uno strumento utile per riascoltarsi e tracciare la propria evoluzione nel corso del tempo.

 

A proposito di strumenti tecnologici, questa mattina* G.M. ha un approfondimento da condurre sull’analisi grammaticale, con tanto di videocamera… presto vi svelerò i dettagli!

 

 

 

* al mattino sono in ufficio e G.M. si gestisce studiando da solo (sulla base di una traccia settimanale).

Sulla Scrittura / Fascia 3-6 anni

Esercizi di prescrittura e prelettura

Riconoscere la lettera e trascrizione grafica

[Fascia età 3-6]

Sul tappeto sono presenti varie lettere,

il bambino ascolta il suono pronunciato e, prendendo il simbolo corrispondente,

va a pinzarlo sul filo.

Lettere Montessori

Riprendendo le lettere smerigliate,

trascrive il simbolo sulla sabbia

Lettere Montessori

 

Lettere Montessori

Le lettere vengono poi rimesse al loro posto,

quelle smerigliate nella loro scatola .

L’alfabeto nell’organizer 

Lettere Montessori

Lettere Montessori

 

Non possiamo dire che il bambino che fa questi disegni scriva,

anche se è arrivato vicino al fenomeno della scrittura.

[…] Il bambino è diventato un chiacchierino e ripete continuamente i suoni del linguaggio e ad ogni suono dà una forma.

Non prende ancora lo strumento della scrittura, ma impara a muoversi secondo le lettere dell’alfabeto.

Il bambino tocca e dà il suono corrispondente.

Da quale lettera iniziare?

Non c’è una regola perché ormai ha toccato e tracciato tante forme difficili e complicate,

per cui non ha difficoltà.

Non c’è neppure quella di pronunciare qualche suono speciale perché il bambino lo fa naturalmente parlando tutto il giorno.

  • – Maria Montessori 
  • Sulla Scrittura.
  • Sezione Quaderni n. 1

Dove vivono gli animali? Corsivo. Anni 3-6/ 6-9

Dove vivono gli animali?

[Fascia età: 3-6]

Ambiti: prelettura, zoologia


Controllo dell’errore: simbolo sul retro

Materiale: Schede Animali e ambienti. Puzzle Sapientino

Materiale adattato (aggiunta di immagini) preso da Lapappadolce

immagine-dove-vivono-animali-4-anni

controllo-errore-immagini-animali
Controllo autonomo dell’errore (riferimento: simboli uguali)

 

Puzzle sapientino “Dove vivono”

puzzle-animali

libellula

Riepilogando gli animali e gli habitat,

è ricomparsa in mente la Poesia

“La Libellula” Di Toti Scialoja

con la sua Toponomastica fantastica.

 

Termini chiave:
Habitat
Congruente


Dove vivono gli animali?

[Fascia età 6-9]

Ambiti: Letto-scrittura in corsivo

Controllo autonomo dell’errore: biglietto con frase in corsivo

Materiale: Fonte Lapappadolce

animali-e-tane
Crea le coppie: animale e ambiente

 

controllo-errore-animali
Controllo autonomo dell’errore

 

quaderno
Trascrizione frasi in corsivo sul quaderno

Divisione in sillabe

Divisione in sillabe

– Corsivo

Divisione ritmica con battito di mani,

lettura del corsivo,

motricità e coordinamento oculo-manuale
(a seconda dell’età e delle priorità;
7 anni e mezzo e 4 anni)

 

divisione-in-sillabe-2

divisione-in-sillabe-3

divisione-in-sillabe

 

Il ritmo è la base di tutto,

non mi riferisco solo alla regola musicale,

ma alla Costante di Vita.

C’è ritmo nelle parole, nelle frasi pronunciate,

nei gesti, nella metrica…

Ci pensavo proprio oggi quando mio figlio di 7 anni ha chiamato la mia attenzione

per mostrarmi il movimento e il suono del piede battuto a ritmo su un tavolo dell’autogrill.

Quell’apparente semplice gesto

è una lezione di vita

certamente filosofica,

ma qui mi riferisco alle (chiamiamole) competenze base.

In principio era il Ritmo,

tutto è stato fatto da lui,

senza di lui nulla è stato fatto.
– Serge Lifar –


Strumenti utili:
Per le parole in corsivo è stato usato il font BV Rondes

L’ambiente montessoriano [differenze e virtù]

Ho iniziato un corso internazionale Montessori

e non sto qui a dirvi quanto ne sia entusiasta!

Durerà 12 mesi e rivolge il suo approfondimento alla fascia d’età compresa tra i 2-3 anni e i 6-7 anni.

Mi fa piacere condividere con voi alcune riflessioni e gli spunti che arrivano a noi allievi,

insomma vi voglio al mio fianco anche in questa circostanza!

Oggi parto col parlare delle differenze formali tra un’approccio educativo di stampo montessoriano e uno (per così dire) tradizionale (con tutte le riserve che ripongo in questo termine così generico e anodino).

Metto le mani avanti: detesto le generalizzazioni, eppure nello scrivere questo post ne farò uso (per una sorta di efficiente dislocazione del tempo).

Diciamo che – generalizzando – quando ci approcciamo ad un bambino con l’intento di spiegare qualcosa,

secondo l’impostazione tradizionale (quella con la quale siamo stati svezzati a scuola), è prevista l’esistenza di un programma da seguire, uno (all’incirca) uguale per tutti.

L’approccio è passivo, uditivo e per lo più mnemonico.

Se l’indole del singolo bambino è di tipo visivo o cinestetico (in tutte le combinazioni miste possibili), al bambino è richiesto sforzo non indifferente,

un lavoro che implica un dirottamento di energie psico-fisiche mirate unicamente all’adattamento!

Di rimando, in un ambiente montessoriano (sia esso una classe o la casa),

lo stesso oggetto di studio può essere interiorizzato in molti modi, quelli più affini al bambino.

Non si segue il programma, bensì il bambino

sia grazie alla sua impostazione pedagogica (intesa come l’intento dell’adulto incoronato ad accompagnare il bambino) sia grazie alla versatilità di molti materiali montessoriani (per fare un esempio, il bambino che già ha identificato i numeri da 1 a 10, può procedere autonomamente e andare oltre).

La presentazione ordinata permette allo stesso adulto di vivere quel ponte di passionale interiorizzazione.

Non si tratta di spiegare (strictu sensu), ma di partecipare al processo creativo e di scoperta.

In un ambiente montessoriano, il bambino ha modo di

  • essere messo nella naturale condizione di prendere decisioni, autonomamente
  • potersi concentrare, con tutto se stesso
  • preservare la facoltà di fare le proprie valutazioni
  • essere libero
  • Essere
  • fare collegamenti cognitivi
  • seguire/interiorizzare/agire/approfondire tramite azioni
  • sentirsi appagato
  • sentire e vivere la propria indipendenza
  • mantenere la gioia di apprendere
  • mantenere la gioia di giocare
  • mantenere la gioia di lavorare (ammesso e non concesso che questi tre “parametri” siano scindibili)
  • rimanere appassionato
  • mantenere uno spirito pacifico e di amore
  • percepire
  • mantenere quella connessione con l’altro, basata sul rispetto
  • mantenere la propria connessione con la Madre Terra
  • sentirsi responsabile
  • sentirsi sicuro
  • sentirsi motivato (in modo autodeterminato)

In sostanza, si parla di un approccio che supporta la naturale voglia di scoprire, lavorare, di mantenersi in ascolto con i propri bisogni.

“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto,

questo aiuto non potrà venire che dal bambino,

perché in lui si costruisce l’uomo.”

Maria Montessori